L’atmosfera di un Villaggio

Villaggio Matteotti: una visita in questo quartiere dà conto, oggi, di un’opera ben riuscita. Nonostante la complessità della sua storia, la configurazione architettonica del quartiere resiste egregiamente al confronto con il tempo. Le condizioni di conservazione materiale, pur non eccellenti, consentono ancora di apprezzare il carattere architettonico e le qualità formali del complesso. Ma il vero metro di successo del Nuovo Matteotti si evince dalle tracce di uso e appropriazione, prova inconfutabile che la dimensione esistenziale dei residenti ha qui trovato il giusto spazio, trasformando l’architettura in un luogo domestico.

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Il non-progettabile

Alcuni giorni fa, quasi per caso, sono passato per Campo Felice, stazione sciistica intorno ai 2000 m s.l.m. che si trova nel territorio del Monte Velino, appena fuori L’Aquila. Campo Felice, da sempre promossa con lo slogan “un mare di sole e di neve”, è un luogo amato anche dai romani, dato che in poco più di un’ora di automobile dalla capitale ci si trova su piste che, pur non essendo all’altezza di quelle alpine, offrono un debito svago sciistico.

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The Affective City/2

The Affective City / 2

Abitare il Terremoto

a cura di Federico De Matteis e Stefano Catucci

LetteraVentidue, 2022

Per capire, era necessario camminare. Lo spazio del terremoto non si vede da lontano, non si vede dall’alto: si avverte solamente quando lo si incontra, in una sorta di impatto frontale. È necessario camminare, andare a cercare lo spazio e poi tornarci, annusare l’aria e ascoltare il movimento del proprio corpo. È necessario guardare ed essere guardati, anche se spesso non c’è nessuno: sono gli edifici stessi, le case svuotate, i terreni incolti, le rovine puntellate ad ospitare gli sguardi. Abbiamo incontrato viventi ma anche spettri, presenze ormai abituate le une alle altre, capaci di coabitare. Non con serenità, perché non c’è nulla di sereno nello spazio del terremoto. Un racconto di atmosfere, di sentimenti incontrati nell’aria, di corpi che si agitano e risuonano, di distruzione e ricostruzione. È la storia dei paesaggi e delle case, delle finestre affacciate al sole e delle rovine, dei cieli sopra il Gran Sasso e anche del nostro sguardo, che ha incrociato quello delle montagne.

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