
I sintomi dello spazio
Corpo architettura città
Mimesis, 2020
“L’architettura non è fatta di soltanto di materia inerte: ospita l’esistenza umana e di essa si anima. Noi stessi risuoniamo con lo spazio che emerge dal mondo, e il nostro corpo alimenta il sentire con i suoi movimenti, le contrazioni ed espansioni sintomo degli affetti che incontriamo. Esplorare l’architettura con la lente del corpo significa scendere nella profondità dello spazio vivente, mettendo in luce l’affettività e l’atmosfera che questa è in grado di generare.”
La descrizione dello spazio architettonico e della città passa, di norma, attraverso una pratica di elencazione delle sue parti costitutive, ponendo dunque al centro dell’osservazione la dimensione materiale degli oggetti alle varie scale. Attraverso quelli che vengono comunemente considerati gli strumenti propri della disciplina, ovvero le tecniche del disegno geometrico misurato, si possono produrre rappresentazioni esatte e altamente attendibili della consistenza fisica degli oggetti architettonici. Tuttavia, questa pratica fondata nella radice della cultura moderna risulta sostanzialmente incapace di cogliere l’eccedenza cognitivamente impenetrabile dello spazio vissuto e dell’esperienza che ne fa il soggetto. Questo volume, dunque, illustra tale dimensione non misurabile attraverso la descrizione incentrata sull’esperienza diretta del soggetto che abita lo spazio. A questo scopo, il testo deriva le sue basi teoriche dall’estetica fenomenologica contemporanea, che considera il corpo vissuto quale cassa di risonanza dell’ambiente e dello spazio costruito.